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In quali casi non è necessario il consenso informato della raccolta dati?

 

Con il consenso informato della raccolta dati si intende l’obbligo che hanno le aziende nel chiedere di poter usare i dati personali dei soggetti interessati, esso non è necessario:

Per alcuni tipi di contratto (es. mutuo)

“Il consenso informato della raccolta dati personali non è necessario quando i dati vengono trattati per adempiere, prima della conclusione di un contratto, a specifiche richieste dell’interessato, come avviene per i dati necessari per la concessione di un mutuo.”
Il consenso non occorre neppure per il trattamento dei dati necessari per l’esecuzione di un contratto già in essere, come quelli per la fatturazione di un prodotto o servizio.

Per la sicurezza pubblica

Non è necessario chiedere il consenso informato della raccolta dati quando, ad esempio avvengono dei sopralluoghi negli alberghi dalla polizia.

Per le attività di marketing (es. Carte fedeltà)

Riguardo a quest’ultimo punto, le società non devono, ad esempio, chiedere ai “clienti” il consenso informato della raccolta dati per l’uso di essi quando rilasciano carte di fedeltà (come quelle dei supermercati o dei benzinai) al solo fine di offrire sconti, premi, bonus, servizi accessori, facilitazioni di pagamento.”
È invece richiesto uno specifico consenso per usare gli stessi dati per altri fini come la profilazione, lo studio dei
comportamenti e delle scelte d’acquisto, il marketing in generale.

Per le attività promozionali (soft spam)

“Le imprese sono invece esonerate dall’obbligo di acquisizione del consenso informato della raccolta dati per le attività promozionali e di marketing rivolte ai propri clienti effettuate tramite la posta elettronica o la posta cartacea.”
In particolare, una società non deve richiedere il consenso per inviare comunicazioni promozionali che riguardino prodotti e servizi alla persona che ha già acquistato, dallo stesso titolare, beni analoghi (è il cosiddetto “soft spam”).”

Per le attività economiche (es. stato insolvenza imprese)

“Si possono trattare senza consenso informato della raccolta dati anche tipologie di dati relativi allo svolgimento di attività economiche, nel rispetto della normativa in materia di segreto aziendale e industriale, compiute dall’interessato (ad esempio i dati relativi allo stato di
insolvenza o alla correttezza commerciale di una impresa individuale). Non è necessario il consenso degli interessati neppure per utilizzare i dati personali provenienti da pubblici registri, elenchi, atti o documenti conoscibili
da chiunque.Il fatto che un dato sia conoscibile da chiunque non significa, però, che possa essere utilizzato per qualunque attività.”

Per i dati pubblici (es. registro pubblico automobilistico)

“Ad esempio, i dati del Pubblico Registro Automobilistico si possono usare senza consenso informato della raccolta dati per finalità attinenti la sicurezza stradale (ad esempio per ricordare l’obbligo di revisione periodica dell’autoveicolo) ma non per l’invio di pubblicità.
E’ inoltre previsto che non sia richiesto il consenso per alcune attività svolte all’interno di gruppi di imprese come nel caso in cui sia necessario comunicare i dati per finalità meramente amministrativo-contabili. Infine, non è necessario
ottenere il consenso dell’interessato quando il trattamento dei dati è necessario ai fini dello svolgimento di investigazioni difensive o comunque per far valere un diritto in sede giudiziaria.”

Per la gestione dei rapporti di lavoro (selezione personale)

Un esempio ne è l’adempimento degli specifici obblighi e compiti previsti per la gestione del rapporto di lavoro durante tutte le fasi.

“Anche nel processo di selezione del personale vi è un’attività di trattamento di dati personali dei candidati.  A tal proposito, in base alle disposizioni del Codice della privacy, è superfluo richiedere al candidato il consenso informato della raccolta dati contenuti nel curriculum, per finalità di selezione del personale, a meno che non abbiano natura sensibile (come l’appartenenza a categorie protette) o non siano destinati alla comunicazione a terzi.

“L’impresa che avvia una selezione del personale deve però fornire al candidato, a voce o per iscritto, prima di acquisire il suo cv, l’informativa sul trattamento dei dati personali.”

Nel caso di auto candidatura

“Nel caso di auto candidatura dell’interessato, l’azienda non ha l’obbligo di offrire l’informativa o di chiedere al candidato il consenso informato della raccolta dati (inclusi quelli sensibili) contenuti nella documentazione pervenuta.
Solo nel momento in cui l’azienda decida di prendere in considerazione il curriculum e di contattare il candidato, dovrà chiedere il consenso e fornire le informazioni riguardo le finalità del trattamento dei dati personali e/o sensibili del candidato.”

Per il controllo sul lavoro

Un altro esempio lo abbiamo nel controllo sul lavoro. “L’imprenditore deve valutare con attenzione quali strumenti da adottare al fine di evitare trattamenti di dati non necessari che, tra l’altro, possono risultare eccessivi o anche discriminatori.” Pensiamo ad un sistema di videosorveglianza, è legittimo installarlo per fini di sicurezza, ma non per il controllo delle attività dei lavoratori. Pensiamo ad un altro esempio come il Gps dell’autoveicolo o dello smartphone in dotazione, o l’Rfid (Identificazione a radio frequenza) del documento di riconoscimento, tali strumenti sono legittimi, ma devono essere valutate tutte le circostanze del caso.”

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